Il principale motivo per cui ho chiamato questo blog L'INUTILE risiede nella mia visione del mondo. A me sembra assolutamente chiaro ed assodato che la vita sia inutile.
Vorrei sottolineare subito che quello che intendo non è una specie di depressione o di rinuncia a vivere. Intendo invece ragionare e capire come stanno veramente le cose, proprio per poter condurre la mia vita nel modo migliore possibile nell'universo in cui mi trovo.
Io non sono un filosofo, però proverò a spiegare le mie ragioni su questo argomento decisamente filosofico (che probabilmente sarà stato già trattato a fondo da qualcun altro che ignoro). Per prima cosa ognuno di noi è destinato a morire, per cui tutto ciò che ci dà soddisfazione e piacere nella vita, e tutto ciò che facciamo per ottenere queste cose, è destinato a non avere più senso nel momento della nostra morte. Si può dire: ok, ma le persone possono fare opere che rimangono nella memoria e nella storia del mondo, oltre che avere figli e quindi una continuità di geni e di cultura. Ciò che facciamo può continuare anche dopo la nostra morte, quindi morire non vanifica tutto. Io rispondo allora che l'umanità stessa è destinata ad estinguersi. Se ciò non avviene per qualche grosso disastro mondiale, un giorno il Sole avrà una evoluzione che prosciugherà la Terra rendendola inabitabile (ciò è previsto entro 3,5 miliardi di anni). Ma per allora forse l'Uomo avrà trovato il modo di colonizzare altri sistemi solari, o di vivere su stazioni spaziali?

Poniamo tuttavia che queste teorie siano sbagliate, che per qualche motivo oggi sconosciuto sia possibile per una forma di vita perpetuarsi in eterno. In che modo questo le conferirebbe uno scopo, un senso?
Mi pare dunque appropriato chiamare questa filosofia Inutilità Cosmica.
Forse per alcune persone che hanno altre visioni del mondo questo può sembrare troppo sconcertante da accettare. Come posso io vivere pensando che tutto sia inutile? Come posso avere una condotta normale, civile o ricercare degli obiettivi se nulla ha importanza? Come posso dare valore alle cose e alla vita stessa?
L'Uomo ha già dovuto fare i conti con prese di coscienza simili. Con la rivoluzione copernicana si è cominciato a capire di essere solo in un piccolo pianeta in mezzo ad un universo vastissimo anziché nel centro. Il fatto che questa consapevolezza possa aver deluso qualcuno non significa che sia meno vera o che dobbiamo far finta che le cose non stiano così.
La morte stessa è spiacevole e moltissime culture hanno immaginato che in realtà le persone potessero continuare a vivere altrove. Tuttavia per le conoscenze che abbiamo oggi mi sembra del tutto evidente che così non è. La mente, e quindi la coscienza stessa, sono un prodotto di un organo, il cervello, per cui quando questo muore, anche il sentimento di me stesso muore. Anche in questo caso non mi sembra produttivo in alcun modo far finta che le cose stiano diversamente. Le condotte di coloro che hanno degli obiettivi nella "vita eterna" anziché in questa vita terrena sono a mio parere aberrazioni, anche senza arrivare ai casi estremi di coloro che si sacrificano pensando di ottenere qualche beneficio nell'aldilà.
Questa filosofia a mio modo di vedere porterebbe le persone a ridimensionare l'importanza di molte cose, e in definitiva ridurre lo stress. Con la Inutilità Cosmica non esisterebbe più alcun obiettivo irrinunciabile, non esisterebbe più nulla di indispensabile per poter pensare di continuare a vivere come meglio si riesce.
Invero non ha molta importanza trovare un lato positivo di questa filosofia. Non devo renderla presentabile, non devo venderla a nessuno, e soprattutto anche se non trovassi alcun lato positivo continuerei a sostenerla semplicemente perché mi sembra la cosa più ragionevole e realistica. Tuttavia, una volta che ne ho preso atto, ricerco il modo migliore di prendere il mondo alla luce della Inutilità Cosmica. E allora noto che essa aiuta notevolmente a non prendere le cose "troppo sul serio", a non ingigantire problemi che hanno in realtà poca importanza e ad essere in definitiva più felice.
La morte stessa è spiacevole e moltissime culture hanno immaginato che in realtà le persone potessero continuare a vivere altrove. Tuttavia per le conoscenze che abbiamo oggi mi sembra del tutto evidente che così non è. La mente, e quindi la coscienza stessa, sono un prodotto di un organo, il cervello, per cui quando questo muore, anche il sentimento di me stesso muore. Anche in questo caso non mi sembra produttivo in alcun modo far finta che le cose stiano diversamente. Le condotte di coloro che hanno degli obiettivi nella "vita eterna" anziché in questa vita terrena sono a mio parere aberrazioni, anche senza arrivare ai casi estremi di coloro che si sacrificano pensando di ottenere qualche beneficio nell'aldilà.
Questa filosofia a mio modo di vedere porterebbe le persone a ridimensionare l'importanza di molte cose, e in definitiva ridurre lo stress. Con la Inutilità Cosmica non esisterebbe più alcun obiettivo irrinunciabile, non esisterebbe più nulla di indispensabile per poter pensare di continuare a vivere come meglio si riesce.
Invero non ha molta importanza trovare un lato positivo di questa filosofia. Non devo renderla presentabile, non devo venderla a nessuno, e soprattutto anche se non trovassi alcun lato positivo continuerei a sostenerla semplicemente perché mi sembra la cosa più ragionevole e realistica. Tuttavia, una volta che ne ho preso atto, ricerco il modo migliore di prendere il mondo alla luce della Inutilità Cosmica. E allora noto che essa aiuta notevolmente a non prendere le cose "troppo sul serio", a non ingigantire problemi che hanno in realtà poca importanza e ad essere in definitiva più felice.