martedì 4 ottobre 2016

Inutilità Cosmica



Il principale motivo per cui ho chiamato questo blog L'INUTILE risiede nella mia visione del mondo. A me sembra assolutamente chiaro ed assodato che la vita sia inutile.
Vorrei sottolineare subito che quello che intendo non è una specie di depressione o di rinuncia a vivere. Intendo invece ragionare e capire come stanno veramente le cose, proprio per poter condurre la mia vita nel modo migliore possibile nell'universo in cui mi trovo. 

Io non sono un filosofo, però proverò a spiegare le mie ragioni su questo argomento decisamente filosofico (che probabilmente sarà stato già trattato a fondo da qualcun altro che ignoro). Per prima cosa ognuno di noi è destinato a morire, per cui tutto ciò che ci dà soddisfazione e piacere nella vita, e tutto ciò che facciamo per ottenere queste cose, è destinato a non avere più senso nel momento della nostra morte. Si può dire: ok, ma le persone possono fare opere che rimangono nella memoria e nella storia del mondo, oltre che avere figli e quindi una continuità di geni e di cultura. Ciò che facciamo può continuare anche dopo la nostra morte, quindi morire non vanifica tutto. Io rispondo allora che l'umanità stessa è destinata ad estinguersi. Se ciò non avviene per qualche grosso disastro mondiale, un giorno il Sole avrà una evoluzione che prosciugherà la Terra rendendola inabitabile (ciò è previsto entro 3,5 miliardi di anni). Ma per allora forse l'Uomo avrà trovato il modo di colonizzare altri sistemi solari, o di vivere su stazioni spaziali?
Anche se così fosse, l'universo intero pare comunque destinato alla morte, più precisamente alla morte termica (cercate questa definizione per maggiori dettagli). Si tratta di uno stato in cui nessun processo energetico è più possibile, inclusa la vita. In sostanza si arriverà a questo stato dopo che tutte le stelle dell'universo, finito il loro ciclo di vita, saranno spente, senza più materiale disponibile per crearne di nuove. Questa è la evoluzione più probabile dell'universo, rendendo dunque inutile il passaggio effimero della vita.
Poniamo tuttavia che queste teorie siano sbagliate, che per qualche motivo oggi sconosciuto sia possibile per una forma di vita perpetuarsi in eterno. In che modo questo le conferirebbe uno scopo, un senso?

Mi pare dunque appropriato chiamare questa filosofia Inutilità Cosmica.

Forse per alcune persone che hanno altre visioni del mondo questo può sembrare troppo sconcertante da accettare. Come posso io vivere pensando che tutto sia inutile? Come posso avere una condotta normale, civile o ricercare degli obiettivi se nulla ha importanza? Come posso dare valore alle cose e alla vita stessa?
L'Uomo ha già dovuto fare i conti con prese di coscienza simili. Con la rivoluzione copernicana si è cominciato a capire di essere solo in un piccolo pianeta in mezzo ad un universo vastissimo anziché nel centro. Il fatto che questa consapevolezza possa aver deluso qualcuno non significa che sia meno vera o che dobbiamo far finta che le cose non stiano così. 
La morte stessa è spiacevole e moltissime culture hanno immaginato che in realtà le persone potessero continuare a vivere altrove. Tuttavia per le conoscenze che abbiamo oggi mi sembra del tutto evidente che così non è. La mente, e quindi la coscienza stessa, sono un prodotto di un organo, il cervello, per cui quando questo muore, anche il sentimento di me stesso muore. Anche in questo caso non mi sembra produttivo in alcun modo far finta che le cose stiano diversamente. Le condotte di coloro che hanno degli obiettivi nella "vita eterna" anziché in questa vita terrena sono a mio parere aberrazioni, anche senza arrivare ai casi estremi di coloro che si sacrificano pensando di ottenere qualche beneficio nell'aldilà.

Questa filosofia a mio modo di vedere porterebbe le persone a ridimensionare l'importanza di molte cose, e in definitiva ridurre lo stress. Con la Inutilità Cosmica non esisterebbe più alcun obiettivo irrinunciabile, non esisterebbe più nulla di indispensabile per poter pensare di continuare a vivere come meglio si riesce.
Invero non ha molta importanza trovare un lato positivo di questa filosofia. Non devo renderla presentabile, non devo venderla a nessuno, e soprattutto anche se non trovassi alcun lato positivo continuerei a sostenerla semplicemente perché mi sembra la cosa più ragionevole e realistica. Tuttavia, una volta che ne ho preso atto, ricerco il modo migliore di prendere il mondo alla luce della Inutilità Cosmica. E allora noto che essa aiuta notevolmente a non prendere le cose "troppo sul serio", a non ingigantire problemi che hanno in realtà poca importanza e ad essere in definitiva più felice.

sabato 20 febbraio 2016

Propaganda contro la propaganda

Nella storia la propaganda è sempre stata usata[1]. Ma la propaganda moderna ha assunto una particolare importanza da quando è iniziata la diffusione dei mass media a cavallo fra XIX e XX secolo. Da allora è diventata oggetto di studi approfonditi, e se ne occupano specifiche figure professionali. La propaganda può riguardare il campo commerciale, ed in tal caso risulta non molto distinguibile dalle varie forme di pubblicità. Più spesso indica il campo politico, religioso (dal quale la parola storicamente deriva) o comunque ideologico.

Nel sentire comune la propaganda vera e propria è quella attuata dai regimi totalitari. Famigerato è il ministro della propaganda nazista Goebbels, così come il sistema di forte controllo dell'opinione pubblica che vigeva nell'Unione Sovietica. A confronto di questi esempi si può pensare che oggi, nei paesi democratici,  vige un sistema più libero dove le persone non sono così fortemente condizionate.
Tuttavia in uno stato democratico moderno la propaganda è paradossalmente ancora più importante che in una dittatura, perché i soggetti politici e il governo sono costretti ancora di più, per sopravvivere, a mantenere un consenso nella popolazione.

La propaganda è sottovalutata


Cosa viene in mente alle persone quando si dice propaganda? Per primo vengono in mente le manifestazioni più grossolane della stessa. Manifesti, articoli, discorsi che in modo evidente vogliono convincere di qualcosa. Poi si pensa alla distorsione delle notizie, al giornalismo che manipola o insabbia certi fatti perché controllato da qualche tipo di potere. Meno frequentemente si pensa ad altri svariati modi in cui la propaganda si manifesta: nascosta in film, libri, serie televisive, canzoni, contenuti virali nei social network, blog famosi, opinioni espresse da star e persone molto in vista, direzioni scelte da organizzazioni molto influenti. Si tende a non pensare che anche tutto questo sia veicolo di propaganda, ovvero non semplice espressione dell'opinione e della sensibilità delle singole persone, ma risultato di scelte coscienti e organizzate per diffondere un certo tipo di concetto. L'idea generale delle persone secondo me sottovaluta quanto sia pervasiva la propaganda che ci circonda.
Non intendo appesantire questo post facendo anche esempi specifici, ma scrivo alcune note a parte[2].

La propaganda funziona


Chiunque abbia bisogno di trattare con un vasto pubblico deve fare uso di propaganda. In definitiva dobbiamo riconoscere che oggi non è sufficiente che un'idea sia buona per diventare largamente condivisa. Le idee si diffondono su larga scala solo e soltanto quando qualcuno ha potenziato la loro diffusione per mezzo di qualche tipo di propaganda.
Nonostante la propaganda sia spesso riconoscibile, e comunque la sua esistenza sia una cosa risaputa, le persone sono in genere propense ad assorbire con facilità i vari tipi di propaganda a cui sono sottoposte.
Questo per diversi motivi:
1- Molti non vedono nella cosa degli aspetti negativi. Pur se immaginano che in molti messaggi vi possano essere dei doppi fini, non ritengono la cosa importante o pericolosa, e si ritengono comunque liberi di agire come vogliono. In fondo è insito nella natura umana: le persone cercano spontaneamente dei racconti, delle spiegazioni, delle suggestioni, e quando le ottengono sono contente. Che bisogno c'è di porsi altri problemi.
2- Non tutti hanno voglia o tempo da perdere per capire queste cose più a fondo. Lo scibile umano è vastissimo per cui uno può avere moltissimi interessi senza però mai approfondire la questione di cui sto parlando in questo post. E quindi pensare in buona fede che le informazioni e le idee circolino in modo abbastanza naturale, senza o con poca manipolazione.
3- Chiaramente tutti questi fatti non diventano mai elementi di discussione dell'opinione pubblica generale, proprio perché non è diffuso da nessun sistema di propaganda. Nessuno usa delle risorse per fare propaganda ad un argomento anti-propaganda.

La propaganda è buona o cattiva?


C'è chi pensa, e sicuramente chi lavora nel settore lo pensa, che la propaganda non sia una cosa negativa, ma solo uno strumento per potenziare delle idee o delle cause. Per esempio Edward Bernays, autore di un classico sull'argomento (Edward Bernays, Propaganda, New York Liveright 1928), era di questo avviso. Vero è che Bernays faceva in questo modo anche una buona propaganda per se stesso, visto che si vendeva come professionista del settore.
Tuttavia più spesso la parola propaganda risulta dispregiativa, poiché implica l'uso di tecniche che possono apparire poco etiche. Diffondere in modo più vasto possibile una certa nozione al solo scopo di favorire gli interessi di qualcuno, cercando così di surclassare gli interessi contrapposti, potrebbe già apparire un'attività piuttosto cinica anche quando si tratta di propaganda veritiera e identificabile. Molto peggio nel caso di diffusione di false notizie oppure di propaganda occulta[3]. Oltre al fatto che il cittadino comune si ritrova a subire spesso inconsapevolmente delle pressioni psicologiche, un sistema costruito in questo modo è anche iniquo, nel senso che vede favoriti coloro che hanno le risorse per fare propaganda alla propria causa a discapito di chi non le ha. Per risorse non intendo solo quelle economiche, ma anche il solo potere di condizionare i media, come hanno per esempio i governi.
Bisogna concludere dunque che la propaganda è una cosa negativa?
Il fatto è che non è possibile farne a meno nel mondo di oggi. Si può anche dire che è negativa, ma bisogna farci i conti, come con le tasse o la morte. Non è possibile vivere in un mondo di miliardi di persone senza vedere l'esistenza della propaganda.
Voglio tuttavia fare delle ipotesi, piuttosto fantasiose, su alcune regole che si potrebbero immaginare per limitare gli eccessi negativi della propaganda. Per esempio ci potrebbero essere norme che garantiscano l'utilizzo dei media da parte di quanti più soggetti indipendenti possibile; ogni forma di propaganda occulta potrebbe essere bandita; se proprio non si riesce a rendere i messaggi del tutto trasparenti, ovvero riconoscibile da chi sono stati diffusi e con quale proposito, si potrebbe comunque diffondere la maggiore consapevolezza possibile nell'interpretarli. Ma chi potrebbe mai fare propaganda per promuovere l'adozione di queste norme?

Conclusione


Non penso assolutamente che possa esistere un sistema alternativo che non faccia uso delle logiche finora descritte, però sarebbe bene che le persone avessero una maggiore coscienza di come funzionano le cose. Questo non provocherebbe cambiamenti rivoluzionari; aumenterebbe solamente di qualche grado la consapevolezza nelle opinioni e nelle decisioni della gente. Tuttavia anche questo piccolo risultato sarebbe possibile solamente se questo tipo di problematica fosse diffusa in qualche modo all'opinione pubblica, quindi utilizzando una forma di propaganda. Per ovvi motivi questo non capita.
La situazione dunque non cambierà, ed avere scritto questo post ovviamente non avrà nessun effetto. Ho mantenuto quindi di nuovo fede alla missione di questo blog "inutile".