Avevo in mente di scrivere degli articoli sul comportamento umano. Dei ragionamenti personali. Mi sono però reso conto che questo non è il mio campo e quindi ciò che a me paiono delle idee originalissime risultano in realtà delle banalità, se non delle scorrettezze. Non pubblicherò dunque questi articoli.
Per fare questo però avevo raccolto delle informazioni di base. Questi sono concetti non sempre scontati per tutti, per cui li scriverò in questo post.
Introduzione
In termini semplici si considera natura tutto ciò che è innato, mentre cultura è ciò che viene appreso dall'ambiente circostante.
Una visione semplicistica ormai superata considerava il mondo animale caratterizzato esclusivamente da una trasmissione di istinti per via genetica, e il mondo umano caratterizzato dalla trasmissione culturale fondata sull’apprendimento. Oggi questi due aspetti si ritengono molto più interconnessi: da una parte si riconoscono e si studiano le culture animali, dall'altra l'etologia umana considera l'Homo sapiens nient'altro che una delle tante specie animali e la studia come tale. Inoltre il concetto di istinto in ambito scientifico è oggi caduto in discredito e non vi si fa più ricorso nelle ricerche sul comportamento animale e umano[1].
Per rimarcare un altro cambiamento di linguaggio, una volta l'intera specie Homo sapiens veniva indicata con il termine generico "uomo", mentre ora si tende a dire "umani" in quanto più neutro rispetto al genere. Dunque in luogo delle vecchie associazioni animale-istinto e uomo-cultura, non più attuali, persistono ora i concetti di natura e cultura, applicati entrambi in modo diverso sia agli animali che agli umani.
La cultura non è dunque caratteristica esclusiva dell'umanità, tuttavia la complessità della cultura dell'Homo sapiens è una sua caratteristica peculiare. Dai confronti con le altre specie ormai estinte appartenenti al genere Homo, gli elementi culturali sono considerati la chiave per spiegare la sopravvivenza dell'Homo sapiens rispetto agli altri. Ad esempio il linguaggio è più articolato, capace di gestire meglio informazioni astratte; la durata dell'infanzia è più lunga, il che permette una maggiore trasmissione culturale dalla generazione precedente. L'esistenza di forme d'arte di svariata natura è un'altra caratteristica prettamente umana. Tutto questo ha reso possibile un'organizzazione sociale sempre più complessa e la creazione delle numerose civiltà che l'umanità ha prodotto nella storia.
Una visione semplicistica ormai superata considerava il mondo animale caratterizzato esclusivamente da una trasmissione di istinti per via genetica, e il mondo umano caratterizzato dalla trasmissione culturale fondata sull’apprendimento. Oggi questi due aspetti si ritengono molto più interconnessi: da una parte si riconoscono e si studiano le culture animali, dall'altra l'etologia umana considera l'Homo sapiens nient'altro che una delle tante specie animali e la studia come tale. Inoltre il concetto di istinto in ambito scientifico è oggi caduto in discredito e non vi si fa più ricorso nelle ricerche sul comportamento animale e umano[1].
Per rimarcare un altro cambiamento di linguaggio, una volta l'intera specie Homo sapiens veniva indicata con il termine generico "uomo", mentre ora si tende a dire "umani" in quanto più neutro rispetto al genere. Dunque in luogo delle vecchie associazioni animale-istinto e uomo-cultura, non più attuali, persistono ora i concetti di natura e cultura, applicati entrambi in modo diverso sia agli animali che agli umani.
Cultura e natura umana
La questione della natura umana e il dualismo natura/cultura sono argomenti largamente dibattuti nelle scienze sociali e in filosofia[2]. Diversi campi di studi si propongono di stabilire cosa sia naturale e cosa culturale. La genetica comportamentale indaga questi aspetti cercando di stabilire in quale percentuale un dato comportamento sia dovuto a fattori genetici (quindi naturali) rispetto a fattori ambientali (quindi culturali). Tuttavia questa disciplina fornisce per la maggior parte risultati relativi agli individui singoli piuttosto che alla specie, ovvero riguarda le differenze genetiche intraspecifiche. Se parliamo di natura umana intendiamo invece ciò che accomuna e caratterizza tutti gli Homo sapiens. Dunque gli studi genetici in questo ambito cercano di identificare le peculiarità genetiche della nostra specie attraverso il confronto con le specie più prossime: quelle tuttora viventi come gli scimpanzé, oppure le altre specie estinte del genere Homo di cui si riesca a ricavare il DNA. È tuttavia ancora molto raro riuscire a tracciare qualche tipo di comportamento specie specifico fino al livello genetico, soprattutto i comportamenti più complessi. Ci si rivolge allora ad altri campi, con metodologie più empiriche.
Un principio cardine utilizzato è il seguente: un comportamento può essere considerato parte della natura umana se è riscontrabile in tutte le popolazioni del mondo e in tutte le epoche di cui abbiamo informazioni. Tale comportamento è quindi una costante in tutte le società umane, indipendentemente dalle diverse condizioni culturali e ambientali. Viceversa i comportamenti sono classificati come culturali quando sono presenti solo in alcune comunità o epoche, ma non in altre.
Un principio cardine utilizzato è il seguente: un comportamento può essere considerato parte della natura umana se è riscontrabile in tutte le popolazioni del mondo e in tutte le epoche di cui abbiamo informazioni. Tale comportamento è quindi una costante in tutte le società umane, indipendentemente dalle diverse condizioni culturali e ambientali. Viceversa i comportamenti sono classificati come culturali quando sono presenti solo in alcune comunità o epoche, ma non in altre.
Adattamenti culturali
La nostra specie si è affinata in milioni di anni fino a che nel Pleistocene ha assunto caratteristiche fisiche sovrapponibili a quelle che ha oggi, e per questo si è cominciato a chiamarla con lo stesso nome con cui chiamiamo noi stessi: Homo sapiens. Da allora non ci sono stati cambiamenti significativi a livello biologico, ma le condizioni ambientali in cui gli umani hanno vissuto sono cambiate, anche radicalmente, e per svariate volte. Basti pensare che l'umanità ha colonizzato i più diversi ecosistemi terrestri, dal deserto alle zone polari. Li ha poi spesso modificati, con lo sfruttamento del territorio (disboscamento, agricoltura, ecc), ed ha poi creato ambienti urbani del tutto artificiali. Tali cambiamenti ambientali sono troppo veloci dal punto di vista evoluzionistico. Non c'è il tempo per l'evoluzione biologica di adattarvisi. Invece di un adattamento biologico, dunque, gli umani si adattano tramite strumenti culturali, che sono molto più flessibili e veloci. La cultura ci ha permesso di vivere in modo ottimale anche in ambienti per cui il proprio fisico non è stato selezionato, utilizzando artifici quali ad esempio i vestiti, il fuoco, diversi tipi di abitazioni, e molto altro fino ad arrivare all'epoca moderna. Si può parlare anche di evoluzione culturale in quanto le culture possono tramandarsi, arricchirsi, andare in conflitto fra loro, oppure mescolarsi, altre ancora possono estinguersi. Come per l'evoluzione naturale, anche per le culture lo scopo è adattarsi, secondo logiche che ovviamente non sono più basate sul DNA, ma sono studiate come parte della sociologia e della psicologia.
L'ambiente sociale
La cultura presuppone un grado di socialità della specie, perché deve essere condivisa e tramandata. L'individuo si trova dunque a confrontarsi con un altro tipo di ambiente oltre a quello prettamente fisico in cui si trova, ed è l'ambiente sociale. Analogamente all'ambiente naturale, l'ambiente sociale in cui l'Homo sapiens si è evoluto in epoche arcaiche è molto diverso da quello che ha sviluppato successivamente nel corso della sua storia. Possiamo supporre che nel Pleistocene la socialità umana si sia affinata in un contesto in cui i gruppi umani non erano troppo numerosi, visti i metodi di sussistenza basati sulla caccia e raccolta. Si stima possano essere stati gruppi di poche centinaia di persone al massimo. Comunicavano e tramandavano la loro cultura oralmente.
Da quando le comunità sono diventate molto più numerose, e in maniera crescente fino ad oggi, questo ambiente sociale "originario" è cambiato. Pensiamo solamente al numero di persone che una organizzazione sociale moderna può contenere, per esempio una azienda, una religione o uno stato (fra l'altro in molti aspetti si parla perfino di società globale). Le innovazioni tecniche che hanno cambiato la socialità umana più volte sono state numerosissime: la scrittura, il telefono, internet, i trasporti, eccetera. La cultura ha generato questi cambiamenti, ma li ha anche subiti, dovendo adattarsi ripetutamente alle nuove condizioni sociali risultanti.
Mismatch evoluzionistico
Il concetto di mismatch, nella biologia evoluzionistica, riguarda quei tratti di una specie che in passato sono stati vantaggiosi, ma che in una epoca successiva, dopo che l'ambiente ha subito delle modifiche, risultano disadattivi, cioè in pratica inadeguati all'ambiente circostante.
Le innovazioni umane si potrebbero in molti casi vedere come adattamenti culturali necessari a sopperire un mismatch biologico. Per esempio esiste un mismatch fra il fisico umano, evolutosi nei climi caldi africani, e gli ambienti più freddi che ha colonizzato. Ecco che gli umani allora imparano a coprirsi con pelli e pellicce, e poi scoprono come utilizzare il fuoco. Tramite strumenti culturali hanno posto un rimedio al mismatch biologico.
Oggi molti considerano mismatch anche numerose patologie, quelle per esempio dovute ai vari tipi di inquinamento o altri moderni stili di vita. E tramite strumenti culturali l'umanità cerca di rimediare a tali mismatch, in quanto si cerca di capirne le cause e porvi un rimedio. In questo caso per esempio con la scienza medica, o altri tipi di azioni quali politiche del lavoro o ambientali che rimuovano la causa della patologia.
Ma oltre che a livello fisico, il mismatch si può avere anche a livello psico-sociale. In tal caso è la psicologia evoluzionistica la disciplina che cerca di stabilire come le strutture psicologiche derivino da processi adattivi.
In tale senso sono stati proposti come mismatch alcuni comportamenti umani quali il gioco d'azzardo[3], l'uso di droghe, o altri problemi psicologici che sarebbero il frutto di pulsioni sviluppate in epoca remota, ma che nelle società moderne sfociano in comportamenti dannosi. In modo analogo con cui un mismatch biologico può essere affrontato a livello culturale, capendone la causa e ponendo un rimedio, allo stesso modo anche mismatch di tipo psico-sociale possono essere, e sono spesso stati, individuati e corretti attraverso strumenti culturali.
In tale senso sono stati proposti come mismatch alcuni comportamenti umani quali il gioco d'azzardo[3], l'uso di droghe, o altri problemi psicologici che sarebbero il frutto di pulsioni sviluppate in epoca remota, ma che nelle società moderne sfociano in comportamenti dannosi. In modo analogo con cui un mismatch biologico può essere affrontato a livello culturale, capendone la causa e ponendo un rimedio, allo stesso modo anche mismatch di tipo psico-sociale possono essere, e sono spesso stati, individuati e corretti attraverso strumenti culturali.